{"id":744,"date":"2021-04-26T11:31:50","date_gmt":"2021-04-26T09:31:50","guid":{"rendered":"https:\/\/www.asparagobassano.it\/?page_id=744"},"modified":"2021-04-26T16:39:51","modified_gmt":"2021-04-26T14:39:51","slug":"gli-asparagi-in-italia","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/www.asparagobassano.it\/gli-asparagi-varieta-e-cose-da-sapere\/gli-asparagi-in-italia\/","title":{"rendered":"Gli asparagi in Italia"},"content":{"rendered":"

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In questa sezione vogliamo scattare una sorta di fotografia generale sulla coltivazione degli asparagi in Italia, con alcune informazioni su terreni a coltivazione ed export. Solo conoscendo il prodotto nel complesso, infatti, crediamo si possa meglio apprezzare la specificit\u00e0 stessa degli Asparagi Bianchi di Bassano D.O.P.<\/p>\n

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La produzione di asparagi in Italia<\/h3>\n

Gli asparagi in Italia contano su circa 9.500 ettari di terreni a coltivazione, mantenendoci saldamente al terzo posto in Europa<\/a>, dietro a Germania (23-28mila ettari) e Spagna (13-15mila). Il nostro paese si pone, quindi, davanti alla Francia, che negli anni recenti, a causa anche di alcuni eventi naturali<\/a>, ha visto una forte crisi, ma che vanta una lunga e importante tradizione.<\/p>\n

Un dato da considerare \u00e8 che ben 6 mila ettari di coltivazioni di asparago verde sono concentrati in Puglia (sopra il 50% sul totale). Il Veneto, invece, conta 1.700 ettari (16% sul totale), di cui il 70% dedicati all\u2019asparago bianco. Poi ci sono: \u00abla Campania (10% della superficie per asparago verde prevalentemente in serra), l\u2019Emilia-Romagna (7% della superficie per il verde in pieno campo). Infine troviamo Lazio e Toscana, impegnate nella produzione dell’asparago verde con il 9% della superficie nazionale dedicata\u00bb.<\/p>\n

Tenendo conto che il terreno disponibile per la coltivazione degli asparagi potrebbe arrivare a \u00ab13-14mila ettari, oltre i quali avremmo bisogno di aprire nuovi sbocchi commerciali esteri – afferma Luciano Trentini<\/a>, consulente e grande conoscitore del settore – \u00bb si intuisce il grande lavoro svolto in una regione come il Veneto e le potenzialit\u00e0 di altri territori.[\/vc_column_text][\/vc_column][vc_column width=”1\/2″][vc_empty_space][vc_single_image image=”716″ img_size=”full” alignment=”center” qode_css_animation=””][vc_column_text]<\/p>\n

Fonte immagine: Freshpointmagazine.it<\/a><\/em><\/h6>\n

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Un caso interessante: gli asparagi “precoci” a Canino, Viterbo<\/h4>\n

La campagna di raccolta degli asparagi in Italia pu\u00f2 avvenire con tempistiche molto diverse tra le regioni. In alcune aree essa inizia molto precocemente, per mezzo di particolari modalit\u00e0 di coltivazione con impianti riscaldati. Un esempio \u00e8 la zona termale di Canino (Viterbo), dove la raccolta va da fine gennaio\/primi di febbraio a met\u00e0 giugno. Proprio grazie agli impianti riscaldati e al maggior tempo a disposizione, la produzione arriva cos\u00ec a superare i 10.000 quintali\/anno.<\/p>\n

La cosa interessante di questo territorio, che vede la presenza della cooperativa Copa Canino<\/a> (15 ettari a coltura), \u00e8 il confronto tra prodotto destinato al consumo interno e quello destinato all\u2019export. Il secondo, pur rimanendo minore rispetto al primo come nel resto di Italia, arriva a coprire circa il 30% (13 paesi europei, Gran Bretagna e Dubai).<\/p>\n

Proprio la Copa Canino sta lavorando per presentare al Mipaaf la documentazione richiesta, al fine di far ottenere il marchio Igp agli Asparagi verdi di Canino. Il territorio inoltre, vanta una forte propensione turistica, dimostrando ancora una volta come enogastronomia e cultura<\/a> possano sostenersi a vicenda.<\/p>\n

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Fonte immagine: Freshpointmagazine.it<\/a><\/em><\/h6>\n

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L’esportazione di asparagi italiani<\/h4>\n

Passando alle esportazioni, queste dal 2009 al 2017\u00a0 sono passate da 1.000 a ben 8.000 tonnellate. In controtendenza il 2018<\/a>, annata resa complicata dall\u2019eccessiva offerta sul mercato dei primi quattro paesi europei. A riguardo \u00e8 curioso notare che il primo paese verso cui esportiamo \u00e8 proprio la Germania. Dopo seguono Austria, Svizzera (si pensi agli asparagi del varesotto), Svezia e Francia.<\/p>\n

Nell\u2019anno pre-covid l\u2019Italia ha prodotto 46.419 tonnellate di asparagi. La crescita \u00e8 stata del \u00ab+6% rispetto al 2010 per superfici coltivate e +7% per quantit\u00e0 raccolte\u00bb. Facendo un confronto diretto con Germania e Spagna, la prima arriva a produrre oltre le 130.000 tonnellate, mentre la Spagna supera le 60.000 tonnellate.<\/p>\n

Nel complesso il sud Italia rimane indietro in termini di valorizzazione, pur con un\u2019ottima produzione di asparagi. Qualche cosa comunque si sta muovendo, come dimostra il Consorzio Asparago Sovrano Verde<\/strong><\/em>, ma c’\u00e8 ancora molto margine di crescita.[\/vc_column_text][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column width=”1\/2″][vc_column_text]<\/p>\n

Considerazioni finali sugli asparagi italiani<\/h3>\n

I paesi europei oggi soffrono i minori costi di manodopera di Cina e Per\u00f9<\/a>, oltre alla disponibilit\u00e0 di superficie coltivabile per l’asparago. Specie se si pensa all\u2019Italia e a regioni come la Liguria. Perci\u00f2 bisogna puntare su valorizzazione e competitivit\u00e0, con attenzione alle pi\u00f9 moderne tecniche di coltivazione.<\/p>\n

L’esperto di settore Christian Befve<\/a>, per esempio, consiglia di aumentare la \u00abdistanza tra i filari\u00bb, per \u00abgarantire una migliore aerazione, favorire l’esposizione al sole e l’efficacia dei trattamenti\u00bb, oltre alla\u00a0riduzione di possibili ristagni idrici. Inoltre, Befve aggiunge \u00abdi utilizzare macchine vangatrici per portare le radici pi\u00f9 in profondit\u00e0, macchinari per concentrare la materia organica, sistemi per controllare i volumi e la frequenza delle irrigazioni e per gestire la pacciamatura in base alla temperatura del suolo\u00bb. Negli ultimi anni in questo modo si \u00e8 arrivati a lavorare il terreno fino a 50-60cm di profondit\u00e0, con impianti distanti almeno 2m.<\/p>\n

Grazie alle moderne trapiantatrici meccaniche, con \u00abquattro persone sulla macchina\u00bb e un trattorista si \u00abpossono mettere a dimora dalle 25mila alle 35mila ‘zampe’ in 8 ore di lavoro\u00bb. Il risparmio economico arriverebbe cos\u00ec a \u00abcirca il 25-30% rispetto alla messa a dimora tradizionale\u00bb.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_raw_html]JTNDc2NyaXB0JTIwdHlwZSUzRCUyMnRleHQlMkZqYXZhc2NyaXB0JTIyJTIwc3JjJTNEJTIyaHR0cHMlM0ElMkYlMkZzc2wuZ3N0YXRpYy5jb20lMkZ0cmVuZHNfbnJ0ciUyRjI0MzFfUkMwNCUyRmVtYmVkX2xvYWRlci5qcyUyMiUzRSUzQyUyRnNjcmlwdCUzRSUyMCUzQ3NjcmlwdCUyMHR5cGUlM0QlMjJ0ZXh0JTJGamF2YXNjcmlwdCUyMiUzRSUyMHRyZW5kcy5lbWJlZC5yZW5kZXJFeHBsb3JlV2lkZ2V0JTI4JTIyVElNRVNFUklFUyUyMiUyQyUyMCU3QiUyMmNvbXBhcmlzb25JdGVtJTIyJTNBJTVCJTdCJTIya2V5d29yZCUyMiUzQSUyMiUyRmclMkYxMmNraHI4ejglMjIlMkMlMjJnZW8lMjIlM0ElMjJJVCUyMiUyQyUyMnRpbWUlMjIlM0ElMjJ0b2RheSUyMDEyLW0lMjIlN0QlMkMlN0IlMjJrZXl3b3JkJTIyJTNBJTIyYXNwYXJhZ28lMjBiaWFuY28lMjIlMkMlMjJnZW8lMjIlM0ElMjJJVCUyMiUyQyUyMnRpbWUlMjIlM0ElMjJ0b2RheSUyMDEyLW0lMjIlN0QlMkMlN0IlMjJrZXl3b3JkJTIyJTNBJTIyJTJGZyUyRjEyY2toa2g0NCUyMiUyQyUyMmdlbyUyMiUzQSUyMklUJTIyJTJDJTIydGltZSUyMiUzQSUyMnRvZGF5JTIwMTItbSUyMiU3RCUyQyU3QiUyMmtleXdvcmQlMjIlM0ElMjJhc3BhcmFnbyUyMHZlcmRlJTIyJTJDJTIyZ2VvJTIyJTNBJTIySVQlMjIlMkMlMjJ0aW1lJTIyJTNBJTIydG9kYXklMjAxMi1tJTIyJTdEJTVEJTJDJTIyY2F0ZWdvcnklMjIlM0EwJTJDJTIycHJvcGVydHklMjIlM0ElMjIlMjIlN0QlMkMlMjAlN0IlMjJleHBsb3JlUXVlcnklMjIlM0ElMjJnZW8lM0RJVCUyNnElM0QlMjUyRmclMjUyRjEyY2tocjh6OCUyQ2FzcGFyYWdvJTI1MjBiaWFuY28lMkMlMjUyRmclMjUyRjEyY2toa2g0NCUyQ2FzcGFyYWdvJTI1MjB2ZXJkZSUyNmRhdGUlM0R0b2RheSUyMDEyLW0lMkN0b2RheSUyMDEyLW0lMkN0b2RheSUyMDEyLW0lMkN0b2RheSUyMDEyLW0lMjIlMkMlMjJndWVzdFBhdGglMjIlM0ElMjJodHRwcyUzQSUyRiUyRnRyZW5kcy5nb29nbGUuaXQlM0E0NDMlMkZ0cmVuZHMlMkZlbWJlZCUyRiUyMiU3RCUyOSUzQiUyMCUzQyUyRnNjcmlwdCUzRQ==[\/vc_raw_html][vc_column_text]<\/p>\n

Confronto fra quattro termini di ricerca inerenti gli asparagi in Italia, con incidenza del fattore “stagionalit\u00e0”.<\/em><\/p>\n

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Tra modernizzazione e tutela delle tradizioni<\/h4>\n

La meccanizzazione per\u00f2, come spiegato dal gi\u00e0 citato Luciano Trentini, pu\u00f2 trasformarsi in un\u2019arma a doppio taglio per un paese come l’Italia. Si rischia in effetti, di snaturare il prodotto, svalutandone lo stesso valore economico. Un obiettivo sar\u00e0 perci\u00f2, quello di acquisire maggiore competitivit\u00e0 rispetto gli stessi paesi europei, senza perdere in termini di identit\u00e0 e qualit\u00e0 degli asparagi nostrani. Il tutto in un delicato equilibrio dove giocano molti fattori: climatici, tecnologici ed economici.<\/p>\n

In definitiva \u00abcoltivare asparago oggi per i produttori agricoli \u00e8 una valida e redditizia alternativa alle colture pi\u00f9 tradizionali\u00bb. Cinque gli aspetti su puntare: \u00abun’elevata PLV (Produttivit\u00e0 Lorda Vendibile) ad ettaro, alte rese unitarie, prezzi abbastanza remunerativi, consumi in crescita soprattutto sul prodotto verde (e l’Italia \u00e8 leader), forte legame con il territorio che ne accresce il valore aggiunto\u00bb.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n

Non ci resta allora che consigliarvi di scoprire gli Asparagi Bianchi di Bassano D.O.P<\/a>. e di provarli in una delle tante ricette<\/strong><\/a> che potete trovare nel nostro sito.<\/p>\n

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