Asparagi DOP IGP e PAT
Denominazione di Origine Protetta
La sigla DOP definisce «un prodotto originario di una regione e di un paese le cui qualità e caratteristiche siano essenzialmente, o esclusivamente, dovute all’ambiente geografico in cui viene prodotto». La definizione di “ambiente geografico” si riferisce sia a fattori naturali, come per esempio il clima, sia a «fattori umani (tecniche di produzione tramandate nel tempo e artigianalità)». La presenza contemporanea di tali fattori consente dunque, di «ottenere un prodotto inimitabile al di fuori della zona produttiva». In altre parole produzione, trasformazione ed elaborazione del prodotto devono avvenire nell’area indicata. Il bollino è di colore giallo – rosso, con la scritta “Denominazione d’Origine Protetta”.
Indicazione Geografica Protetta
Per ottenere la sigla IGP invece, «è sufficiente che una sola tra le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione avvenga nell’area geografica delimitata». Ciò significa che un prodotto e in particolare un asparago con sigla IGP può essere, per esempio, «preparato in una determinata area geografica, ma con una materia prima che ha una diversa origine». Il bollino è di colore giallo – blu con scritto “Indicazione geografica Protetta”
Prodotti Agroalimentari Tradizionali
Quando si parla di PAT infine, bisogna considerare «la rinomanza e la tradizionalità del metodo di produzione». Il primo Elenco nazionale è stato istituito nel 2000 dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Da allora l’elenco dei PAT viene aggiornato annualmente, con i prodotti che superano «l’istruttoria condotta dal Ministero e dalla Regione di competenza».
Rispetto ai primi due casi, «l’approvazione dell’elenco non rappresenta un vero e proprio riconoscimento o tutela giuridica per i produttori». La denominazione PAT è, quindi, più che altro un importante «strumento informativo per il consumatore» e di promozione.